domenica 4 ottobre 2009

La Gestione Rifiuti: 6) L'inceneritore

In questo post parlerò degli inceneritori.

Da Wikipedia

Gli inceneritori sono impianti principalmente utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri. Negli impianti più moderni, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il teleriscaldamento). Questi impianti con tecnologie per il recupero vengono indicati col nome di inceneritori con recupero energetico, o più comunemente termovalorizzatori. [...] Il termine termovalorizzatore, seppur di uso comune, è talvolta criticato in quanto sarebbe fuorviante. Infatti, secondo le più moderne teorie sulla corretta gestione dei rifiuti gli unici modi per "valorizzare" un rifiuto sono prima di tutto il riuso e poi il riciclo, mentre l'incenerimento (anche se con recupero energetico) costituisce semplice smaltimento ed è dunque da preferirsi alla sola discarica di rifiuti indifferenziati. Si fa notare che il termine non viene inoltre mai utilizzato nelle normative europea e italiana di riferimento, nelle quali si parla solo di "inceneritori".

La Direttiva europea di riferimento è la 2000/76/CE, mentre la norma italiana è Dlgs 133/2005.
Prima di analizzare la norma italiana vorrei riportarvi questa frase, con la quale inizia la direttiva europea:

"L'incenerimento dei rifiuti pericolosi e non pericolosi può comportare emissioni di inquinanti nell'atmosfera, nell'acqua e nel terreno, che provocano danni alla salute umana."

Analizziamo ora la norma italiana.

Anche l'Art. 1 comma 1 riprende tale frase:

"Il presente decreto si applica agli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti e stabilisce le misure e le procedure finalizzate a prevenire e ridurre per quanto possibile gli effetti negativi dell'incenerimento e del coincenerimento dei rifiuti sull'ambiente, in particolare l'inquinamento atmosferico, del suolo, delle acque superficiali e sotterranee, nonche' i rischi per la salute umana che ne derivino."

Il fatto che si parli di una norma che riduca l'inquinamento, è una norma che fa capire che ci si vuole convivere.
Viene definito come impianto di incenerimento (Art. 2 comma d Dlgs 133/2005):

"qualsiasi unità e attrezzatura tecnica, fissa o mobile, destinata al trattamento termico di rifiuti ai fini dello smaltimento, con o senza recupero del calore prodotto dalla combustione. Sono compresi in questa definizione l'incenerimento mediante ossidazione dei rifiuti, nonche' altri processi di trattamento termico, quali ad esempio la pirolisi, la gassificazione ed il processo al plasma, a condizione che le sostanze risultanti dal trattamento siano successivamente incenerite. La definizione include il sito e l'intero impianto di incenerimento, compresi le linee di incenerimento, la ricezione dei rifiuti in ingresso allo stabilimento e lo stoccaggio, le installazioni di pretrattamento in loco, i sistemi di alimentazione dei rifiuti, del combustibile ausiliario e dell'aria di combustione, i generatori di calore, le apparecchiature di trattamento, movimentazione e stoccaggio in loco delle acque reflue e dei rifiuti risultanti dal processo di incenerimento, le apparecchiature di trattamento degli effluenti gassosi, i camini, i dispositivi ed i sistemi di controllo delle varie operazioni e di registrazione e monitoraggio delle condizioni di incenerimento;"

L'incenerimento ha come prodotti della combustione una serie di composti ed elementi chimici che si possono riassumere in:
  1. sostanze tossiche persistenti (in particolare diossine, furani)
  2. gas serra (in particolare CO2)
  3. i macroinquinanti ossido di carbonio, anidride carbonica, ossidi di azoto e gas acidi come l'anidride solforosa e l'acido cloridrico.
  4. i microinquinanti metalli pesanti, diossine
  5. nanopolveri
Queste sostanze sono presenti nei Fumi e nelle ceneri, che la combustione produce. Come visto in precedenza esiste una apposita discarica per le Ceneri e per i Filtri dei Fumi, le Discariche Speciali.
La legge definisce tali prodotti come residui e li tratta all'Art. 13:

"La quantità e la pericolosità dei residui prodotti durante il funzionamento dell'impianto di incenerimento o di coincenerimento devono essere ridotte al minimo; i residui devono essere riciclati o recuperati in conformità al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, quando appropriato, direttamente nell'impianto o al di fuori di esso; i residui che non possono essere riciclati o recuperati devono essere smaltiti in conformità al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22"

con questa immagine si illustra brevemente e in modo chiaro come lavora un inceneritore.


L'incenerimento dei rifiuti è peggio di una Discarica in quanto trasforma ciò che entra in un cocktal di inquinanti che si disperdono, nell'aria, nell'acqua e nel terreno. Le diossine in particolare entrano nella catena alimentare, uccidendo il bestiame e provocando gravi danni anche alla salute umana. Le nanopolveri scoperte di recente causano tumori ai polmoni. L'ambiente intorno ad un inceneritore è considerata area insalubre, e destinata a bonifica al termine del suo uso.
Tutto questo si riflette a livello economico. Incenerire costa ed è un paliativo. Costruire un impianto di incenerimento va da 35 a 65 milioni di euro, e le bonifiche delle aree possono richiedere dai 2 ai 10 milioni di euro.
Inoltre mantenere un forno ha i suoi costi che si riflettono sulla bolletta. Per renderli più sopportabili a livello di costo, lo stato italiano ha ideato i CIP6.
I CIP6 sono incentivazioni che lo stato da fatturando tramite il GSE 3 volte il prezzo di mercato dell'energia, prodotta da smaltimento di rifiuti. Lo stato a sua volta entroita i soldi dal 7% della voce A3 della bolletta elettrica di ogni cittadino e azienda.

prosegui la trattazione con questo post

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