Quanto stabilisce la Corte Costituzionale è di buon auspicio per la campagna referendaria a favore del "SI" alla pubblicizzazione dell'acqua in quanto con l'abrogazione dell'art. 23-bis l'ordinamento italiano recepirebbe immediatamente la normativa comunitaria sia la definizione del servizio di interesse generale applicandone la forma di gestione pubblica, sia la definizione di interesse economico generale applicandone tutte le possibili forme di gestione (compresa quella pubblica). Inoltre con la vittoria del "SI" si eliminerebbe ogni forma di profitto dalla gestione del servizio idrico e quindi l'unica forma, appunto di gestione, sarebbe quella pubblica.
Venendo alla situazione della nostra città, qualcosa si muove sul fronte dell'acqua pubblica!
La casa dell'acqua sarà presto presente anche sul nostro territorio! Almeno è quello che ha dichiarato l'AGESP S.p.a. che gestisce il servizio idrico di Busto Arsizio (e non solo di Busto Arsizio).
Questa è l'intenzione espressa durante il convegno realizzato ai Mulini Marzoli, dove davanti alle amministrazioni della provincia di Varese, l'AGESP si è impegnata ha realizzare un bando di gara per includere tra le tante misure mirate alla salvaguardia dell'ambiente anche la realizzazione della casa dell'acqua.
Finalmente, speriamo, saremo esauditi in questo che è stato uno dei nostri desideri per la città di Busto in quanto ne parlavamo già nel lontano 2008 quando abbiamo intervistato in merito l'assessore Armiraglio e l'assessore Amura di Canegrate spingendo le Amministrazioni ad interessarsi a questo servizio.
In vista delle prossime elezioni amministrative abbiamo inserito nel nostro programma il tema dell'acqua dove ribadiamo che la gestione del servizio idrico deve restare pubblica! (e dove è comunque presente la realizzazione di una casa dell'acqua in ogni quartiere di Busto Arizio).
Tema che ci è particolarmente a cuore data la nostra partecipazione al movimento dell'acqua pubblica nazionale per il quale sensibilizzeremo la popolazione ad andare votare ai prossimi referendum ormai approvati dalla Corte Costituzionale.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?), noi neppure.
Davide Migliorino
Bellissimo articolo Davide :)
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